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Non credo, il nuovo singolo di Adriana Spuria

28 gennaio 2011

“É sicuramente una scelta coraggiosa quella che segna il ritorno di Adriana Spuria sulla scena cantautoriale, coraggiosa perché la capacità di mescolare i generi e gli stili musicali ci ha davvero incuriosito. Intendiamoci, ciò di cui vi stiamo per parlare è sicuramente un ibrido che accomuna diverse sonorità, ma il progetto della cantautrice, a metà fra il Jazz e L’indie, ci ha davvero incuriosito. Partiamo dall’inizio allora. Dopo l’EP Una donna (prodotto nel 2008 e rientrato nella top ten dei brani più graditi dalle radio, oltre che finalista nei due prestigiosi premi PIVI e PIMI), la Spuria presenta il suo primo album, Il mio modo di dirti le cose, con il brano “Non credo”, nato dall’ispirazione swing jazz degli anni ’40, segnata soprattutto dalla presenza del pianoforte Rhodes, che accentua la cadenza lenta del brano, e dalle sonorità di chitarre che rimandano fortemente a quegli anni. Ricorda molto la Carmen Consoli di “Col Nome giusto”, dall’ultimo album Elettra; mantenendo, però, molto più la persistenza della propria idea musicale. Risulta ipnotico e fortemente viscerale e si raccoglie intorno alle considerazioni fatte quando finisce una relazione d’amore. Più che una triste certezza, un’invocazione al ritorno.

La produzione del video è stata affidata in parte a Tony Carbone (ex bassista dei Denovo; gruppo pop catanese degli anni ’90) e agli Albanopower (gruppo indie della scena siracusana molto affermato negli ultimi anni). E vede la partecipazione di Sarah Nile, discussa protagonista del Grande Fratello 10. Decisamente glamour, sposa perfettamente questa sua peculiarità con l’arte. Da qui la scelta della location: l’Art Hotel Atelier di Fiumara d’Arte, dove ogni camera è stata progettata da un artista contemporaneo di fama mondiale. É un video provocante e provocatorio, che comunque riesce a rendere in maniera raffinata il tema di cui ci vuole parlare: la possibile fine di una storia d’amore, appunto, tra due donne. L’interpretazione non eccede mai nell’ostentazione dell’omosessualità (troppe volte strumentalizzata all’atto di vendere spettacolo) e ben riesce, in ogni caso, a risultare “forte” come il brano che accompagna.

Adriana Spuria, cantautrice siciliana, comincia a cantare e a scrivere canzoni all’eta’ di 17 anni. Con varie formazioni suona in giro per l’Italia (Milano, Bologna, Roma) spaziando tra cover jazz, folk, blues, rock, pop. Negli anni 90 lavora sia come autrice melodista che come vocalist per progetti house e dance. Contemporaneamente svolge molti concerti acustici (chitarra e voce) dove prevalentemente suona, oltre le covers anche i suoi brani, tutti in lingua inglese. A fine anni novanta, vince una borsa di studio indetta dalla Siae per accedere al Cet (la scuola fondata da Mogol) al corso compositori. Comincia a scrivere canzoni con testi in italiano. Sempre in quell’anno firma un contratto di edizioni con la Kromaki Music di Radio Montecarlo e 105 ,e continua l’attività live in giro per l’Italia.

Nel 2005 Adriana decide di aprire un suo marchio di autoproduzione e comincia l’avventura di produttrice di se stessa sviluppando un progetto acustico che si chiama La Fabbrica dei Sogni che riprende un brano di sua composizione inedito e che dà il nome al suo marchio di produzione ,appunto, La Fabbrika. Adriana decide così di riportare alla luce la canzone pop jazz degli anni 70 del periodo di Mina e comincia a muoversi in quella direzione mantenendo influssi folk e rock. Decide di fare un album con sonorità retrò che riprendono gli anni 50 ma con un tocco indie e moderno, un mix tra la melodia degli anni trenta insieme ad un tocco di british pop alla Portished e Morcheeba con un tocco di Carol King. Un trionfo insomma della musica e basta e del piacere di suonarla e farla! Un album che ha la pretesa di poter aprire delle porte, quelle dell’onesta artistica e dell’eleganza creativa, realizzato da indie con un budget cospicuo ma certo non da major. Questo è il percorso che ha segnato la realizzazione dell’album Il mio modo di dirti le cose, da cui è tratto il singolo Non credo.”

Serena Marincolo

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